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From the New York Times-bestselling author:She is the wealthiest and most envied girl in all of Italy—but she yearns for freedom… Young Catherine de' Medici is the sole heiress to the entire fortune of the wealthy Medici family. But her life is far from luxurious. After a childhood spent locked away behind the walls of a convent, she joins the household of the pope, where at last she can be united with her true love. But, all too soon, that love is replaced with an engagement to a boy who is cold and aloof. It soon becomes clear that Catherine will need all the cunning she can muster to command the respect she deserves as one of sixteenth-century France's most powerful queens, in this riveting historical novel in the Young Royals series. “This captivating tale of the rise of this Italian merchant family is seldom portrayed, and it plays out delightfully in this well-written novel.”—School Library Journal “A sympathetic, engrossing portrait of a noble girl who, later in life, became a feared queen…With meticulous historical detail, sensitive characterizations, and Catherine's strong narration, Meyer's memorable story of a fascinating young woman who relies on her intelligence, rather than her beauty, will hit home with many teens.”—Booklist Includes a family tree
Ginevra o L’Orfana della Nunziata by Antonio Ranieri Pdf
Al lettore L'autore dichiara che, come non ha inteso di ritrarre in questo libro i costumi della Nunziata in particolare, ma, tolta quindi l'occasione, quelli di tutta la città di Napoli in generale, così non ha inteso né anche di ritrarvi nessun uomo in atto, ma molte nature d'uomini in idea. E però, di chiunque fosse, cui paresse di raffigurarsi in qualcuno dei ritratti che quivi s'incontrano, egli direbbe, a uso di Fedro: Stulte nudabit animi conscientiam. Notizia intorno alla Ginevra Non si appartiene a me di giudicare questo libro. Il supremo giudice dei libri, è il tempo. Un libro può essere tre cose: una cosa nulla, una cosa rea, una cosa buona. Il tempo risponde con un immediato silenzio alla prima; con un meno immediato alla seconda; con una più o meno continua riproduzione alla terza. E il suo giudizio è inappellabile. Nondimeno, poiché fu sì fitto e sì lungo il silenzio in cui ci profondarono i nostri confederati tiranni, da potersi veramente affermare, che solamente pochissimi, non modo aliorum, sed etiam nostri, superstites sumus, parmi indispensabile che il nuovo lettore non ignori la storia del libro ch'ora viene innanzi. Fra il 1830 e il 1831, esule ancora imberbe, capitai in Londra, o, più tosto, mi capitò in Londra alle mani un aureo lavoro d'un altro esule, assai più riguardevole e provetto di me, il conte Giovanni Arrivabene: nel quale egli mostrava partitamente tutto quanto quella gran nazione ha trovato, in fatto di pubblica beneficienza, per lenire, se non guarire del tutto, quelle grandi piaghe che le sue medesime instituzioni le hanno aperte nel fianco. Alcuna volta, il cortesissimo autore, più di frequente, il suo giudizioso volume, mi fu guida e scorta nelle mie corse per quegli ospizi. Ed allettato da sì generosa mente a sì generosi studi, li perseverai per quasi tutta Europa, e preparai e dischiusi l'animo a quei grandi dolori, ed a quelle più grandi consolazioni, che l'uomo attinge, respettivamente, dallo spettacolo dei mali dei suoi fratelli più poveri, e da quello delle nobilissime fatiche e dei quasi divini sforzi di coloro che si consacrano a medicarli. Surse finalmente per me il grande νόςτιμον ᾖμαρ, il gran dì del ritorno. Mia madre (quel solo tesoro d'inesausta gioia e d'implacato dolore, secondo che il Fato lo concede o lo ritoglie al mortale) non era più. Essa aveva indarno chiamato a nome il figliolo nell'ora suprema, che l'era battuta ancora in fiore. E quel bisogno di effondersi e di amare, che, secondo l'antica sapienza, dove non ascenda o discenda, si sparge ai lati e si versa su i fratelli, mi rimenò ai più poveri di essi, negli ospizi... negli ospizi di Napoli, che s'informavano inemendabilmente dal prete e dal Borbone. Io vidi, e studiai, l'ospizio dei Trovatelli, che quivi si domanda, della Nunziata: e scrissi le carte che seguiranno. E ch'io dicessi la verità, lo mostrarono le prigioni ove fui tratto, e dove, a quei tempi, la verità s'espiava. Ve n'era, nel libro, per la Polizia e per l'Interno: benché assai meno di quel che all'una ed all'altro non fosse dovuto. Francesco Saverio Delcarretto e Niccolò Santangelo, ministri, l'uno dell'una, l'altro dell'altro, vanitosi amendue, e nemicissimi fra loro (né dirò più di due morti), si presero amendue di bella gara; prima di opprimermi; poi, di rappresentare, l'uno, più furbo, lo scagionato, quasi morso solo l'altro; l'altro, più corrivo, l'inesorabile, quasi morso lui solo: e, dopo aver domandato, prima, amendue di conserto, isole ed esilii; poi, il più furbo, una pena rosata, il più corrivo, il manicomio; Ferdinando secondo, furbissimo fra i tre, mi mandò, dove solo non potevo più nuocere, a casa. Ma le furie governative furono niente a quelle dei preti; dei quali, ritorcendo un motto famoso, si può affermare francamente, che, ovunque sia un'ignobile causa a sostenere, quivi sei certissimo di doverteli trovare fra i piedi. Un Angelo Antonio Scotti, nel suo cupo fondo, ateo dei più schifosi, e, palesemente, autore d'un catechismo governativo, onde Gladstone trasse l'invidioso vero, che il governo borbonico era la negazione di Dio, s'industriava, dalla cattedra e dal pergamo, di fare, del sognato dritto divino dei principi, una nuova e odierna maniera di antropomorfismo. Questo prete cortese, ch'era come il Gran Lama di tutta l'innumerabile gesuiteria EXTRA MUROS, per mostrarsi di parte, corse, co' suoi molti neòfiti, tutte le librerie della città, bruciando il libro ovunque ne trovava copie. Poi, in un suo conventicolo dai Banchi Nuovi, sentenziò solennemente, ch'era bene di bruciare il libro, ma che, assai migliore e più meritorio, sarebbe stato di bruciare l'autore a dirittura. Ed, in attendendo di potermi applicare i nuovi sperati roghi di carbon fossile (ch'è la più viva aspirazione di questa genia), mi denunziò nella Rivista gesuitica la Scienza e la Fede (nobile madre della Civiltà Cattolica) come riunitore d'Italia e, di conseguenza, bestemmiatore di Dio; appunto in proposito di un libro, nel quale, per mezzo della purificazione della creatura, io m'era più ferventemente studiato di sollevare tutti i miei pensieri al Creatore! Ma, qualunque fosse stata l'imperfezione mia e del mio libricciuolo, la Gran Fonte di ogni bene non lasciò senza premio la nobiltà o l'innocenza dell'intenzione. L'onnipotenza dell'opinione pubblica, ch'è la più bella e più immediata derivazione dell'onnipotenza divina, dileguò vittoriosamente tutti que' tetri ed infernali fantasmi. E fatto che fu il sereno intorno, seguì quel miracolo consueto, contra il quale si rompe ogni di qualunque più duro scetticismo. Che, come Dio sa servirsi insino delle stesse perverse passioni degli uomini, e, in somma, insino del male, per asseguire il bene; così, prima, l'amministrazione accagionata, per iscagionar se e rovesciare sopra me il carico di mentitore, poi, le susseguenti, per mostrare se ottime e le precedenti pessime, vennero, di mano in mano, alleggerendo quelle ineffabili miserie. In tanto che, scorsi molti anni, quibus invenes ad senectutem, senes prope ad ipsos exactae aetatis terminos, PER SILENTIUM, venimus; un dì (correva, credo, il cinquantotto) camminando penseroso per la via della Nunziata, ed avendo la mente rivolta assai lontano dalle care ombre della mia giovinezza (fra le quali la Ginevra fu la carissima); un bravo architetto, il cavalier Fazzini, mi chiamò, per nome, dal vestibolo dell'ospizio, ch'era tutto in restauro. E mostrandomi un esemplare del libro, ch'aveva alle mani (e che, a un tratto, mi sembrò come una cara larva che tornasse a salutarmi di là donde mai non si torna!), m'invitò di venir dentro, e di riscontrare se tutto era stato attuato secondo l'intendimento del volume perseguitato! Distrutta la prima nitida e correttissima edizione, la cupidità ne partorì una seconda, che il pericolo rendette grossolana e scorretta, e che il desiderio e la persecuzione consumarono di corto. Ora compie il ventunesim'anno che qualche esemplare strappato n'è pagato una cosa matta. E l'ottenere quello sopra il quale è seguita questa terza edizione, è stato un miracolo dell'amicizia. Torino a dì 1 gennario MDCCCLXII. Antonio Ranieri
From Jeanne Kalogridis, the bestselling author of I, Mona Lisa and The Borgia Bride, comes a new novel that tells the passionate story of a queen who loved not wisely . . . but all too well. Confidante of Nostradamus, scheming mother-in-law to Mary, Queen of Scots, and architect of the bloody St. Bartholomew's Day Massacre, Catherine de Medici is one of the most maligned monarchs in history. In her latest historical fiction, Jeanne Kalogridis tells Catherine's story—that of a tender young girl, destined to be a pawn in Machiavellian games. Born into one of Florence's most powerful families, Catherine was soon left a fabulously rich heiress by the early deaths of her parents. Violent conflict rent the city state and she found herself imprisoned and threatened by her family's enemies before finally being released and married off to the handsome Prince Henry of France. Overshadowed by her husband's mistress, the gorgeous, conniving Diane de Poitiers, and unable to bear children, Catherine resorted to the dark arts of sorcery to win Henry's love and enhance her fertility—for which she would pay a price. Against the lavish and decadent backdrop of the French court, and Catherine's blood-soaked visions of the future, Kalogridis reveals the great love and desire Catherine bore for her husband, Henry, and her stark determination to keep her sons on the throne.
Fourteen-year-old Catherine de’ Medici arrives in Marseilles to marry Henry, Duke of Orleans, second son of the King of France. The brokenhearted Catherine has left her true love in Italy, forced into trading her future happiness for marriage into the French royal family. Amid the glittering fêtes and banquets of the most immoral court in sixteenth-century Europe, the reluctant bride becomes a passionate but unwanted wife. Humiliated and unloved, Catherine spies on Henry and his lover, the infamous Diane de Poitiers. Tortured by what she sees, Catherine becomes consumed by a ruthless ambition destined to make her the most despised woman in France: the dream that one day the French crown will be worn by a Medici heir. . . .
Italy truly is a traveller's dream destination. Some of the most fascinating and perfectly preserved ancient monuments existing today are just begging to be explored. There is something for everyone from the gourmet food to the wealth of museums to some of the most elegant resorts in the world. This fabulous guide sets out to describe the most romantic hotels throughout Italy and to tie these together with itineraries that will enable you to make the most of an unforgettable experience. Travellers have trusted Karen Brown's guides for 20 years for their warm, engaging and up to date reviews of the finest inns and small hotels in Europe and California. Only the most charming places to stay make it onto the pages of these guides - no inn can buy its way in, and those not maintaining their standards every year are dropped. These guides are so reliable that travellers have come to plan their whole holidays around Karen Brown's recommendations.
Karen Brown's Italy Hotels by Clare Brown,Nicole Franchini,Karen Brown Pdf
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Orphaned in infancy, Catherine de Medici was the sole legitimate heiress to the Medici family fortune. Married at fourteen to the future Henri II of France, she was constantly humiliated by his influential mistress Diane de Poitiers. When her husband died as a result of a duelling accident in Paris, Catherine was made queen regent during the short reign of her eldest son (married to Mary Queen of Scots and like many of her children he died young). When her second son became king she was the power behind the throne. She nursed dynastic ambitions, but was continually drawn into political and religious intrigues between catholics and protestants that plagued France for much of the later part of her life. It had always been said that she was implicated in the notorious Saint Barthlomew's Day Massacre, together with the king and her third son who succeeded to the throne in 1574, but was murdered. Her political influence waned, but she survived long enough to ensure the succession of her son-in-law who had married her daughter Margaret.